Sono molte infatti le sensazioni positive lasciate a Jacques Brunel dalle sfide contro Samoa, Argentina e Sudafrica e questo non può che infondere grande fiducia nello staff tecnico Azzurro in vista del prossimo anno.
Il 2015 sarà il momento chiave della gestione del francese di Courrensan, impegnato in una vera e propria "mission impossibile": centrare i quarti di finale della Coppa del Mondo per la prima volta nella storia del rugby italiano.
L'Italia ha riabbracciato nelle ultime settimane la classe del suo immenso capitano, Sergio Parisse, e la competenza di giocatori chiave come Alessandro Zanni, Simone Favaro, Luca Morisi e Francesco Minto, costretti nel corso dell'anno a rimanere lontani dai campi a causa di problemi fisici più o meno gravi, ma ha risolto gran parte dei suoi problemi pescando dall'oramai indispensabile bacino celtico. Il debutto di due giocatori come Kelly Haimona e Samuela Vunisa, portati in Guinness Pro12 dalle Zebre, e l'emergere in tutta la sua splendida efficacia della giovanissima coppia di centrocampo del Benetton Treviso formata proprio dal rientrante Luca Morisi e dal talentuoso Simone Campagnaro, ha infatti aiutato l'Italia ad uscire dalla crisi causata dalle tre pesanti sconfitte di giugno contro Fiji, Samoa e Giappone. Proprio la Celtic League è stata infatti fondamentale per il pieno recupero e il pronto ritorno sugli standard internazionali dei tanti giocatori Azzurri assenti nel corso della stagione 2013/2014 e ha permesso all'Italia anche di sopperire alle tante partenze che in estate avevano allontanato dal Belpaese elementi importanti del gruppo in marcia verso England 2015, soprattutto nel pack.
Dal tour del Pacifico l'Italia era rientrata a Roma malata: aveva segnato solo quattro mete in tre incontri (delle quali tre tecniche) incassando ben 66 punti contro Nazionali di seconda fascia. Il problema della difesa era già emerso nel corso del Sei Nazioni, dove la formazione di Brunel aveva concesso 46 punti all'Irlanda e ben 52 all'Inghilterra nelle ultime due uscite dell'ultima edizione.
L'ottimo lavoro della terza linea italiana guidata da Parisse, tuttavia, unito all'eccellente contributo offerto al largo della premiata ditta Morisi-Campagnaro, ha riportato gli Azzurri sulla retta via e nelle ultime tre settimane l'Italia non ha concesso più di 22 punti ai propri avversari tanto che solo la meta nel finale di Bryan Habana trasformata da André Pollard ha impedito a Parisse e compagni di firmare la migliore prestazione di sempre contro gli Springboks (i 16 punti di scarto hanno infatti eguagliato il 29 a 13 subito dalla squadra dall'allora ct Nick Mallett a Witbank nel giugno del 2010). I 22 punti subiti a Padova sabato rappresentano comunque il passivo più contenuto nei dodici confronti di sempre tra le due nazionali (il precedente record risaliva al 26 a 0 del giugno 2008 a Città del Capo).
In attacco poi, l'arrivo in cabina di regia di Kelly Haimona ha garantito opzioni mai a disposizione di Jacques Brunel prima. Il piede dell'ex Lyons Piacenza e Calvisano ha infatti permesso agli Azzurri di concretizzare il gran lavoro della squadra con il pallone in mano, offrendo anche buone soluzioni sul gioco tattico, mentre il fisico del maori d'Italia ha consentito alla manovra italiana di attaccare canali che mai prima erano stati così efficacemente esplorati da un 10 Azzurro. Il tutto senza sacrificare la qualità difensiva. Anche per questo l'Italrugby ha saputo invertire la preoccupante tendenza che aveva porto il contributo del proprio attacco dai 12,6 punti di media a partita realizzati nell'ultimo desolante Sei Nazioni ai 12,3 del disastroso tour estivo.
Nelle ultime tre partite la media realizzativa di Parisse e compagni è salita a 16 punti e questo, anche se rimane ben al di sotto dei 23,6 punti toccati nei test match autunnali dello scorso anno, è senza dubbio un aspetto incoraggiante, soprattutto se lo si incrocia con le performance difensive (dodici mesi fa, contro Australia, Fiji e Argentina, i punti incassati a partita era stati in media oltre 33).
Appare insomma sempre più evidente il ruolo chiave che Zebre e Benetton Treviso stanno recitando per lo sviluppo del rugby in Italia in un campionato come il Guinness Pro12, che è orami diventato uno degli elementi chiave per la crescita di competitività della Nazionale.
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