Da quel gruppo, allestito in extremis nell'estate del 2012 e affidato al francese Christian Gajan, è infatti germogliato una squadra che, sotto le cure di Andrea Cavinato, tecnico due volte campione d'Italia alla guida del Calvisano, ha saputo sorprendere più di un critico nel 2014.
Oggi infatti i tormenti della prima stagione celtica, chiusa all'ultimo posto in classifica con ventidue sconfitte in ventidue gare e soli 10 punti messi in cassaforte in quasi nove mesi di rugby giocato, sembrano lontani anni luce.
Nella loro seconda stagione tra i pro europei i bianco-neri, spinti dalla coppia Cavinato-Casellato, hanno saputo collezionare cinque successi (storico il 25-30 strappato ai Blues a Cardiff il 20 settembre 2013, primo successo esterno di sempre in Pro12 di una formazione italiana) e due pareggi che, pur relegandoli ancora all'ultimo posto in classifica, hanno fruttato un bottino di 29 punti. Una quota che non era mai stata raggiunta nei due anni della pionieristica era-Aironi.
Nelle prime nove giornate di questa stagione le Zebre hanno già collezionato due successi (vittorie interne contro Ulster ed Edimburgo) e attualmente occupano la terz'ultima posizione davanti a Newport Gwent Dragons e Benetton Treviso.
Domenica Geldenhuys e compagni sfideranno proprio gli uomini di Lynn Jones nella tana di Rodney Parade in un match che potrebbe far compiere all'Italia un altro fondamentale passo verso un futuro di successo e che, alla vigilia del doppio derby in programma a cavallo dell'ultimo dell'anno, assume ancor maggior significato.
L'ultimo impegno dell'anno per la franchigia federale è infatti in programma al XXV Aprile di Parma e vedrà protagonista la sentitissima sfida al Benetton.
Contro Dragons e Treviso le Zebre si giocano insomma un 2014 che potrebbe potenzialmente andare agli archivi con la bellezza di otto successi ed un pareggio sui 22 impegni previsti dal calendario del Pro12: un grande passo in avanti rispetto allo "0" del 2012 e all'unico successo ottenuto nel 2013 a Cardiff.
Il salto di qualità le Zebre lo hanno compiuto nell'estate del 2013, in quello che è stato nei fatti il primo vero "mercato" firmato dal Direttore Sportivo Roberto Manghi.
Oltre alla già citata scelta di sposare la linea "italiana" in panchina, tra il finire della prima stagione celtica e l'inizio della seconda a Parma furono portati molti elementi che formano oggi la spina dorsale della formazione capace anche di espugnare Brive in Challenge Cup solo un paio di mesi fa.
Su tutti l'ex All Blacks Brendon Leonard, leader carismatico e uomo decisivo tanto nella prima storica vittoria all'Arms Park che in quelle arrivate in seguito. Con lui sono maturati un nutrito gruppo di giovani italiani, lanciati da Cavinato sul palcoscenico del grande rugby europeo.
Giocatori come Sarto, Manici e Palazzani, o come Bisegni e Visentin, ultimi di una folta schiera di atleti "made in Italy" capaci di dimostrarsi all'altezza del livello richiesto dal Pro12.
Il ruolo di "incubatore" delle Zebre e del Benetton Treviso è sempre più al centro del progetto di crescita di competitività internazionale voluta dalla Federazione Italiana Rugby e, pur essendo certamente funzionale alla corsa della Nazionale di Jacques Brunel verso l'obiettivo dei quarti di finale della Rugby World Cup 2015, assumerà un'importanza fondamentale nel delicato processo di ringiovanimento che dovrà essere operato dal 2016 in avanti.
ENRICO BORRA
Guinness PRO12
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