Il lavoro quotidiano e la fedeltà alla linea imposta dal nuovo tecnico Umberto Casellato, arrivato in Ghirada la scorsa estate, hanno permesso ai bianco-verdi di compiere quello che nessuno, o quasi, pensava potesse accadere in questa stagione: trasformare un 2014 disastroso in termini di risultati sportivi in un 2015 ricco di speranza. E di vittorie.
Le critiche che hanno invaso il club della Marca nei primi mesi della nuova stagione si sono dissolte come neve al sole grazie al doppio successo sulle Zebre nel derby italiano e al capolavoro realizzato sabato in Champions Cup contro gli Ospreys, attuali leader della classifica di Guinness Pro12.
Non c'è, però, di che rimanere sorpresi. Del fatto che Treviso avesse solo bisogno di pazienza ne avevo infatti scritto sulle pagine di questo sito qualche mese fa.
Un'analisi condivisa anche dall'intero spogliatoio bianco-verde, come ci racconta il capitano e simbolo di questa squadra Antonio Pavanello.
Antonio, ma allora il progetto funziona e cresce... Come si vive alla Ghirada questo momento felice?
Naturalmente il morale é alto. Ci serviva anche la vittoria in Champions Cup per dissipare qualche ultimo dubbio e soprattutto per avere ulteriori conferme del fatto che il lavoro intrapreso ad inizo stagione sta dando finalmente i suoi frutti.
Soprattutto contro gli Ospreys avete ritrovato compattezza in prima linea e questo ha regalato maggiore solidità al vostro gioco: ma è solo questo il segreto del momento d'oro del Benetton?
Indubbiamente trovare compattezza in mischia ci ha aiutato molto perché prima, ogni volta che andavamo a giocare una mischia ordinata, ci ritrovavamo il più delle volte un calcio di punizione contro e questo con la conseguenza che se andava bene i nostri avversari finivano per giocare dentro i nostri 22, mettendoci sotto pressione.
Se andava male invece incassavamo tre punti.
Siete al terzo successo nelle ultime cinque gare disputate: quanto morale vi ha dato la vittoria nel doppio derby con le Zebre?
Diciamo che quelle due partite ci hanno sbloccato, anche dal punto di psicologico, e dato fiducia per il proseguimento del campionato.
Sono state vittorie attese da inizio anno visto che non ne avevamo ancora ottenute e a livello mentale hanno aiutato.
Nel 2015 avete vinto due delle tre partite disputate a Monigo (e contro l'Ulster avete comunque portato a casa punti rischiando anche di fare il colpaccio nel finale): quanto è importante un buon andamento in casa nel rugby professionistico di oggi?
È importantissimo. Ti dà sicurezza e stabilità mentale perché sai che tra le mura amiche sei sostenuto dalla tua gente e trovi la forza per dire la tua contro qualunque avversario.
Nelle prossime 9 partite avremo 5 partite in casa e questo ci da speranza di muovere ulteriormente la nostra classifica e di guadagnare posizioni.
Cosa ci si deve aspettare dunque da questo Treviso da qui al termine della stagione?
Altre vittorie e, a mio modo di vedere, ancora più mete.
Cominciamo finalmente a conoscerci in campo e questo farà si che arrivino un po'alla volta tutti gli automatismi: questo regalerà ancora più spettacolo.
O almeno è quello che spero.
Il Benetton volerà a Belfast venerdi prossimo per poi affrontare i Cardiff Blues a Monigo, il Connacht allo Sportsground di Galway e Edimburgo e i Dragons ancora tra le mura amiche. Il Guinness Pro12 è avvertito.
Enrico Borra
Guinness PRO12
Suite 208, Alexandra House,
The Sweepstakes
Ballsbridge, Dublin 4, Ireland