Classe '92, Benventano di origine ma formatosi rugbisticamente nel rugby italiano che conta a Roma, tra le Fiamme Oro di Pasquale Presutti, Carlo Canna è spuntato dal nulla sul grande palcoscenico internazionale. Introddotto nel 2013 nel giro della Nazionale Emergenti, Canna era infatti curiosamente sparito dai radar Federali prima di ri-esplodere, questa volta in tutto il suo fragore, nella passata stagione, conquistando la palma di miglior giocatore del campionato di Eccellenza. A giugno, il 23enne playmaker campano ha risposto alla chiamata degli Emergenti di Umberto Casellato (convocazione impreIosita dalla palma di miglior marcatore alla Tiblisi Cup georgiana) prima di archiviare dodici mesi sorprendentemente straordinari con la convocaziond nella Nazionale di Jacques Brunel, seppure largamente (e colpevolmente) favorita dall'addio alla maglia Azzurra di Luciano Orquera e dall'infortunio al neo-compagno di squadra Kelly Haimona. Fatto sta che in meno di quattro mesi Canna è passato dai campi del massimo campionato italiano, all'esordio internazionale contro la Scozia (a Torino), al drop di Cardiff contro il Galles (primi, e fino ad oggi unici, tre punti realizzati con la maglia Azzurra), fino addirittura alla presenza nella prima Rugby World Cup della sua carriera.
Inutile aggiungere che, viste le premesse, a Parma in molti ora puntano decisi sul suo talento per trasformare una stagione iniziata senza grandi gioie in un passo decisivo verso la maturità del progetto Zebre.
Carlo, quanto è stata importante per il vostro cammino la prima vittoria stagionale e soprattutto l'aver mosso la classifica contro un avversario così ostico come l'allora imbattuto Edimburgo?
Quella è stata indubbiamente una vittoria che ci ha dato morale e convinzione nelle nostre capacità, consentendoci di gettare le basi per migliorarci ancora. Diciamo che è stato un punto di partenza e non certo di arrivo.
Dal punto di vista generale, cosa credi abbia funzionato contro Edimburgo e i Blues che non era girato al meglio nelle gare precedenti?
Sicuramente la difesa é stata la nostra arma in più: contro gli scozzesi, partita che ci ha consentito di conquistare il primo successo stagionale, siamo infatti riusciti a non far segnare loro mete nonostante abbiamo commesso errori. Così siamo rimasti in partita ed abbiamo approfittato del momento giusto per segnare i punti decisivi.
Dove credi possano arrivare queste Zebre e quali obiettivi vi siete fissati per questa stagione?
Di certo si punta a fare meglio dell'anno scorso, vincendo più gare possibili. E' chiaro che arrivare davanti al Benetton sarebbe un traguardo importante perchè ci consentirebbe di qualificarci per la prossima Champions Cup.
Sei arrivato in pianta stabile a Parma da poco ma c'è un tuo compagno che ti ha particolarmente impressionato in campo e in allenamento per la sua qualità?
Se devo farti un nome dico senza esitazioni Dries Van Schalkwyk. Non lo conoscevo ma scoperto che ha qualità sia umane che tecniche eccezionali. E' un esempio come uomo ed in campo da sempre il massimo. Per noi giovani è un punto di riferimento importante.
Che rapporto hai con i tifosi e quanto è importante il sostegno del pubblico per voi giocatori in campo?
E' chiaramente molto importante per tutti noi giocatori che ci sia pubblico sugli spalti. Essere ad alto livello e trovarsi senza spettatori non é il massimo anche in confronto ai nostri avversari, abituati a stadi pieni in tutte le gare interne.
Come ti trovi a Parma e come procede il tuo "aggiustamento" all'alto livello?
Qui a Parma mi trovo bene e non ho avuto nessun problema ad inserirmi nel gruppo. La città mi piace tanto, ci si muove facilmente. Dal punto di vsta rugbistico devo ammettere che l'impatto con l'alto livello é stato decisamente duro. Occorre allenarsi tanto per competere e mostrare il proprio meglio.
Nonostante l'utilizzo limitato, quanto è stata importante per la tua crescita personale l'esperienza in Nazionale alla Rugby World Cup?
Partecipare ad un mondiale é il sogno di ogni rugbista e in Inghilterra ho respirato l'aria del rugby vero e proprio. Giocare contro i migliori é sicuramente qualcosa di incredibile. Qualcosa che mai mi sarei immaginato di poter vivere solo pochi mesi fa.
Che tipo di giocatore sei, come ti descriveresti? in generale quali sono i tuoi punti di forza e dove invece credi tu abbia più bisogno di migliorare?
Credo di essere un giocatore che ama proporsi palla in mano, attaccando la linea. Questo è senz dubbio il mio punto di forza. Devo migliorare tanto a livello fisico, nel gioco al piede e nei calci piazzati, fondamentale davvero importante per una formazione come le Zebre che storicamente non segna tanto.
C'è un giocatore in particolare che ti ha ispirato nella tua crescita? e quali credi siano i migliori tre numeri 10 del mondo al momento?
L'australiano Stephen Larkham è il giocatore che mi ha ispirato fin dai primi passi sui campi. I migliori di oggi, beh, sono senza dubbio Dan Carter, Bernard Foley e Jonathan Sexton, perchè penso che rappresentani al meglio il ruolo dell'apertura moderna.