Mi piace questa nuova sfida. Ho giocato tutta la mia carriera specificatamente all'alla ed alcune gare da centro, questa stagione mi è stata data l'opportunità per accrescere le mie doti in campo. Mi piace avere più spazio e la libertà che un estremo ha di attaccare partendo da dietro; è una posizione difficile e sto ancora imparando i movimenti giusti, ma sto dando il meglio per fare buone prestazioni. Per me non fa differenza il ruolo in campo, se sei un giocatore che si dedica completamente al lavoro ed alla squadra avrai sempre opportunità d'attacco. Cerco sempre di essere coinvolto nella gara al massimo, penso ognuno debba crearsi le proprie occasioni: è il mio stile di gioco.
Quattro mete la scorsa stagione, una nelle prime tre gare di questa stagione di Rabodirect PRO12, qual'è il tuo obiettivo stagionale?
Prima di ogni gara chiedo alla mia ragazza quante mete vorrebbe che segnassi: mi risponde sempre 3. E' ovvio che ad ogni giocatore piace andare in meta, ed io faccio sempre il massimo per segnare o costruire opportunità per i miei compagni. Non m'interessa quante mete posso segnare personalmente, m'interessa maggiormente che la squadra segni mete.
Una tua meta nell'ultima partita delle Zebre in Scozia; come avete preparato la prossima trasferta scozzese di venerdì prossimo?
Penso non ci siano differenze di preparazione tra una settimana e l'altra. Parto sempre ben allenato e penso ad ogni gara come la prima della stagione in cui c'è tutto da dare per dimostrare il massimo.
Seconda stagione in Italia, come reputi il rugby italiano da straniero?
Penso che il movimento sta crescendo anno dopo anno, vedo molto potenziale qui. Storicamente gli italiani sono molto fisici con dei pack molto forti. Ma, rispetto a come è evoluto il rugby negli ultimi anni, penso ci sia la necessità di concentrarsi sulla fase d'attacco con i trequarti e col movimento veloce dell'ovale. Ci sono davvero dei giovani molto talentuosi tra i trequarti italiani, la nazionale potrebbe davvero avere molti benefici da questo tipo di strategia di gioco.
Cosa dobbiamo fare in Italia per poter competere con le squadre più forti d'Europa?
Penso sia una questione di fiducia e di giusta mentalità. Alla fine sono 15 uomini contro 15 uomini, bisogna solo volere maggiormente la vittoria. Quando si è in svantaggio bisogna rimanere fiduciosi, credere che si possa recuperare e continuare a combattere: mai mollare fino al fischio finale.
Dove possono arrivare queste Zebre? Quali pensi siano gli obiettivi della squadra?
Penso che l'obiettivo della società dia quello di migliorare le quattro vittorie ottenute l'anno scorso dagli Aironi. Ma non penso che sia solo questo il parametro per giudicare il nostro successo.Dobbiamo spingerci oltre e pensare che si possa vincere ogni gara.
Sei il testimonial della campagna abbonamenti. Sei molto apprezzato dai tifosi per le tue gesta in campo, qual'è il tuo rapporto coi tifosi italiani?
Apprezzo davvero tanto il tifo dei nostri fan, specialmente di quelli italiani dato che tutti hanno una grande passione per il rugby. Spesso sono sorpreso dal fatto che alcuni vogliano autografi e fare foto con me dato che mi reputo una persona normale. Mi piace stare coi tifosi, soprattutto coi bambini: sono sempre molto emozionati, proprio com'ero io da ragazzo quando incontravo i miei giocatori preferiti.
Cosa significa giocare da professionista? Se non sbaglio hai giocato le ultime due stagioni dell'ITM Cup in Nuova Zelanda durante l'estate senza fare vacanze?
E' stato davvero duro a livello fisico. Un anno fa ho giocato la finale del campionato neozelandese con Hawke's Bay alla domenica (segnando una meta nella vittoria che è valsa la promozione ndr), ho lasciato la Nuova Zelanda il mercoledì, sono arrivato in Italia venerdì e ho giocato per gli Aironi il sabato. Sono il tipo di persona che vuole giocare a rugby. Amo questo sport e sfrutto ogni opportunità per giocare per cui non mi lamento.
Quali sono i tuoi obiettivi personali come giocatore?
Ogni anno il mio obiettivo è di giocare al meglio per i miei allenatori, la mia squadra e per me stesso. Questo è il mio lavoro, so quanto sono fortunato a lavorare facendo quello che amo. Per cui cerco sempre di apprezzare il mio lavoro, divertirmi e uscire dal campo consapevole di aver dato il 100%.